Sono scarsi o assenti i fondamenti scientifici del disaccoppiamento e della crescita sostenibile, cioè delle politiche che mirano ad ottenere la crescita economica ed il benessere della popolazione e a ridurre contemporaneamente l’impatto che la crescita economica stessa ha sull’ambiente.
Lo dice uno studio appena pubblicato dal network ambientalista European Environmental Bureau.
Il disaccoppiamento (“decoupling” in inglese) è poi il concetto della botte piena e della moglie ubriaca: si vorrebbero avere un aumento del PIL e un minore uso di risorse naturali, mentre di solito la crescita economica è accompagnata da maggiore consumo di risorse e da maggiore inquinamento.
La situazione che il disaccoppiamento produrrebbe, oltre ad essere descritta come “crescita sostenibile”, talvolta viene anche definita “crescita felice” o “crescita verde”.
Lo studio dell’European Environmental Bureau esamina lavori scientifici ed evidenze empiriche sul disaccoppiamento, rilevando che esso qua e là è effettivamente avvenuto, ma in modo timido, limitato e circoscritto a certi luoghi e a certi contesti e che non esistono prove a sostegno di un disaccoppiamento globale, sostanziale e rapido fra crescita economica e pressione ecologica.
Soprattutto, non esistono prove a sostegno del disaccoppiamento assoluto, ovvero di quello che sarebbe effettivamente utile al pianeta e che indica (che indicherebbe…) una crescita economica accompagnata da un’autentica diminuzione della pressione sull’ambiente, e non semplicemente accompagnata da un aumento della pressione sull’ambiente inferiore alla crescita stessa: è altamente inverosimile – conclude ancora lo studio – che il disaccoppiamento assoluto si verifichi in futuro.
Di qui l’appello che lo studio dell’European Environmental Bureau rivolge ai cosiddetti decisori: finora le politiche ambientaliste hanno perseguito la crescita economica unita al disaccoppiamento. E’ invece indispensabile identificare un nuovo approccio che miri al benessere e alla prosperità della popolazione salvaguardando l’ambiente.